Societá e costume
Lo
psichiatra e filosofo sovietico Cernovsvitov rivela la sua
tecnica e racconta: «Quando un paziente me lo chiede gli
dico la data del suo decesso»
«HO
LA FORMULA DELLA MORTE»
Un
russo sostiene di poter calcolare con precisione quanto
vivrá una persona analizzando le asimmetrie del volto: piú
uno si awicina alla fine, piú si annullano le irregolaritá
Mosca
Svetlana Kharlamova
Scene
da una nursery del Duemila: insieme alle prime cure, il
neonato riceve un «passaporto». Giorno dinascita, analisi
cliniche e... data della futura morte. Evgheni Cernovsvitov,
psichiatra e filosofo russo, ne è convinto: la scienza darà
ragione alle sue ricerche. Ha dedicato anni a mettere a
punto un metodo — a suo dire — infallibile per determinare
la nostra data di «scadenza». Eoralo difende a spada tratta:
«Se conoscessimo la nostra data di morte fin da piccoli —
spiega al Giornale — potremmo organizzare meglio la
nostr esistenza.Il nostro atteggiamento verso I'idea della
morte è infantile. Non ci pensiamo mai, perché tendiamo
nell'inconscio a considerarci eterni. Ognuno di noi deve,
invece, potere pianificare la propria vita».
Il
ragionamento non fa una grinza. Cernovsvitov considera il
corpo umano alia stregua di una macchina: la «garanzia»
assicura una determinata durata, a patto di seguire le
istruzioni. Ma con quale stato d'animo vivremo
l'approssimarsi del glorno fatale? Faremo con scrupolo i
nostri «tagliandi» intermedi
о
moriremo d'infarto prima del tempo per la paura?
Lo
psichiatra russo ha alle spalle una lunga esperienza come
esperto di medicina legale nelle regioni dell'estremo
oriente russo. «Ho esaminato piú di tremila cadaveri di
persone assassinate. Ho anche lavorato — ricorda — come
direttore della sezione psichiatrica all'ospedale del
ministero degli Interni. È stato allora che ho cominciato ad
osservare alcuni particolari significativi per i miei futuri
studi». Cernovsvitov sostiene, infatti, che il grado di
simmetria del nostro volto è rivelatore della vicinanza
о
meno della morte. «Il neonato ha il viso molto irregolare —
spiega al Giornale—ma durante la vita questa
asimmetria si perde a poco a poco. Il volto di un defunto è
assolutamente simmetrico».
Lo
scienziato ha potuto verificare questo dato anche sulle
maschere di cera fatte dopo la morte sui volti di russi
illustri: Majakovski, Dostoevski, Tolstoi, Pietro il grande,
Lenin e molti altri. «Tutti visi che mostrano un'assoluta
simmetria, se confrontati con i volti dei vivi», precisa
Cernovsvitov. Lo psichiatra, quando ci accoglie nel suo
studio, ci mostra un'intera collezione di teschi. I loro
sguardi, dalle orbite scure e impassibili, dominano per
tutto il tempo il nostro incontro.
Ma il
particolare piú inquietante sono le conclusioni di
Cernovsvitov sulla morte del piú amato poeta russo: Sergei
Esenin. «L'osservazione della sua maschera mi ha convinto
che Esenin è stato ucciso, e che non si è suicidato come
recita la versione ufficiale del nostro ministero degli
Interni. Ho trovato — racconta — un solco sotto l'arco delle
sopracciglia, vicino al naso. Provache il pоeta
, mentre moriva, piangeva. Era la traccia delle sue lacrime.
Come psichiatra, posso assicurare che una persona non piange
mentre si sta impiccando. Al limite, piange prima. Ne sono
certo: Esenin è stato ucciso».
Questa scoperta è una delle ragioni che hanno spinto lo
psichiatra a lasciare il suo lavoro al ministero. Ora riceve
privatamente. Parla con i pazienti, ascolta i loro problemi,
ne esamina la costituzione fisica. E intanto stabilisce il
grado di perdita dell'asimmetria originale. «Comunico la
data della futura morte solo se il malato lo desidera.
Calcolarla — spiega — è molto semplice: bisogna avere tre
foto della persona fatte a distanza di cinque anni l'una
dall'altra. Poi metto la prima davanti a uno specchio, in
senso perpendicolare. Cosí appaiono due immagini dello
stesso volto. Verifico il grado di simmetria. Quindi ripeto
l'esperimento con le altre foto. Se rasimmetria è
sensibilmente diminuita, si può stare certi che la morte è
vicina».
Nel
1974, Cernovsvitov ha anche confidato i risultati delle sue
ricerche a un gruppo di fisici dell'universitu di Mosca.
Aveva spiegato che la simmetria e la sua perdita si potevano
misurare in milhmetri. Era forse possibile — aveva chiesto —
esprimere il tutto in una formula: quella dell'avvicinarsi
della morte? I fisici l'avevano subito accontentato. «Non
rivelo
реrò
la formula matematica, perché troppe sono le variabili che
possono alterarne il risultato. I traumi cranici e gli
interventi chirurgici, ad esempio, possono mutare i
lineamenti del viso», dice Cernovsvitov.
Lo
psichiatra, nel frattempo, si va costruendo una fama (di
iettatore?) fra i conoscenti. Basta vedere cosa è successo a
un suo amico d'infanzia, il compianto George Korobotcha. Era
un uomo sanor e fortissimo: poteva sollevare un cavallo da
solo e trasportarlo per cento metri. «All'improvviso il suo
volto aveva cominciato a cambiare — racconta, quasi fra le
lacrime, il medico russo —. Non si riconosceva piú allo
specchio. Non aveva,
реrò,
i sintomi di nessuna malattia. Ma io mi sono accorto che
l’asimmetria se ne stava andando. Pochi giorni prima di
morire mi ha raccontato, inoltre, che da qualche tempo era
ossessionato da un'idea: di spirare il giorno dopo il suo
cinquantesimo compleanno, che era imminente. Non mi sono
sorpreso, quindi, quando in quel giorno fatale il mio amico,
puntualmente, morí per una crisi cardiaca».
In
un'altra occasione, lo psichiatra aveva predetto la morte di
un giovane ufficiale. «Tenevo una conferenza sulla maschera
funebre di Esenin in un campo di prigionia di Altai, nella
regione a sud della Siberia occidentale. Il giorno dopo—racconta
— un ufficiale, spaventato, mi portò una propria fotografia
recente. Aveva constatato, da solo, una perfetta simmetria.
Bene: quel ragazzo è morto poco dopo, ucciso dai prigionieri.
E la polizia è venuta a interrogarmi, perché sospettava che
io avessi saputo qualcosa del complotto, prima che awenisse!».
Ma, una volta che l'asimmetria comincia a svanire, non si
può fare proprio nulla per fermarla? Cernovsvitov assicura
di sí. Tuttavia le sue ricette sono, a dire poco,
inquietanti. Ad esempio, uno dei metodi per guarire è il «vampirismo»,
per cui una persona beve rasimmetria di un'altra. Oppure si
può sperare in un terribile choc, che sconvolga l'individuo
al punto d'alterarne l’espressione di base. Ma rimane una
speranza: «La perdita dell’asimmetria va di pari passo col
calare d'intensità della vita sessuale», assicura lo
psichiatra. E chi ha orecchie per intendere, intenda.
Dimmi
che testa hai e ti dirò chi sei. Cesare Lombroso, che a metà
dell'Ottocento invento l'antropologia criminale, ne era
profondamente convinto: misurando la distanza fra gli occhi
di una persona
о
la forma delle sue orecchie si poteva affermare con
sicurezza se sarebbe diventato
о
meno un delinquente. Un esempio? Il brigante Vilella,
terrore della Calabria, aveva il destino scritto in fronte e
poteva ben dirlo lui che gli aveva fatto l'autopsia: aveva
una fossetta occipitale che di solito è presente solo nelle
scimmie.
Molte
di queste teorie ci fanno oggi sorridere, come quella che
dall'altezza della fronte di un individuo si possa dedurne
l’impulsività, l'irritabilità e persino la ripugnanza alia
discipline
о
che l'organismo del criminale conservi, da adulto,
caratteristiche che normalmente sono tipiche del feto. Una
certa genialità gli è реrò
riconosciuta anche dagli studiosi contemporanei. Del resto,
quante volte, davanti a certe fotografie, magari di
personaggi noti, ci siamo trovati a dare ragione a Lombroso?
Svetlana
Kharlamova